7 Domande a Adriano Castelli


1.Presentati per favore
Sono un fotografo professionista, mi occupo prevalentemente di eventi e microstock. Questo consente di 'finanziarmi' progetti personali.

2.Quando hai iniziato a fotografare?
Ho iniziato a 23-24 anni, relativamente 'tardi' rispetto a molti enfants prodige della fotografia. Prima mi sono dedicato per anni all'osservazione compulsiva delle foto altrui, ho capito poi che mi sarebbe piaciuto farne in prima persona.

3.Cosa utilizzi per creare le tue foto (fotocamera, Software, obiettivi, luci, studio...ecc)?
Utilizzo una Canon EOS 5D II, prevalentemente un 50mm e un 16-35mm. Non sono un fanatico della tecnologia in quanto 'strumento giusto per fare delle belle foto', delle discussioni sulla sfida Canon/Nikon o - peggio - dell'annosa questione ormai quasi archiviata, fortunatamente: era meglio l'analogico del digitale? Credo che nel tempo in cui ci si trova, con gli strumenti a disposizione, ci sia sempre l'opportunità di conoscere e utilizzare al meglio quello che c'è, così come tornare a tecniche e strumenti 'vecchi' per conoscerne le caratteristiche o per passione. Sono dell'idea che lavorare a una fotografia o ad un progetto fotografico siano attività che dipendono più dall'uso dello strumento a disposizione, piuttosto che del suo 'valore' o aggiornamento tecnologico.



4.Chi o cosa ti ispira?
Molti aspetti della ideazione e produzione di una fotografia. In particolare, mi ispirano le sensazioni e la visione restituita dai luoghi e dalle persone che li vivono; l'idea di tradurre in immagine la specificità di quella atmosfera è sempre una delle fonti di ispirazione maggiore. D'altra parte, a volte è di estremo fascino la particolarità dei dettagli, delle forme. La mia idea di fotografia rimane legata al semplice desiderio di fermare nel tempo un attimo d'osservazione di quello che c'è. Osservare più che costruire ciò che si vuole rappresentare.

5.Quanto tempo impieghi al mese/settimana per fotografare?
Dedico metà del tempo alla fotografia 'fatta', l'altra metà a studiare e post-produrre, un altro aspetto di cui non sono fanatico per una ragione molto semplice: non amo una fotografia che indirizza le tecniche di postproduzione a creare immagini tutte molto simili. Continuo a credere che buona parte della 'qualità' di una fotografia, e del volto che le si vuole dare, sia nel processo tra l'ideazione e il click, anche se ci si impiega un secondo. L'importante è sapere cosa si sta facendo. E' altrettatnto vero che esistono fotografie straordinarie fatte per puro caso, ma nessuno - o quasi - lo ammetterà mai.

6.Facci vedere il tuo scatto preferito, e spiegaci perché ti piace.

E' un'immagine di New York, città tra i soggetti più fotografati del pianeta. Sarà una banalità, ma vederla e viverci per un brevissimo periodo mi ha consentito di respirare un'atmosfera unica anche dal punto di vista fotografico. Probabilmente New York è uno dei pochi luoghi di cui si conosce già tutto, anche senza esserci stati. Nulla è sconosciuto. Eppure, fotografarla rimane una delle esperienze migliori che mi siano capitate.

7.Che consiglio daresti a chi ha appena iniziato a fotografare?
Consiglio di fare molte foto, quelle che si è portati a fare. Che la si interpreti come un desiderio di osservazione della realtà (io tendo a pensarla così) o come un'attività artistica, la fotografia è un'attività individuale. La mia idea è che i consigli degli altri su ciò che si deve fotografare abbiano un valore relativo, il giudizio degli altri su ciò che si è fatto è fondamentale. Se si ha voglia di farne un lavoro, non limitarsi alle osservazioni di amici e parenti, diranno sempre che sono 'tutte belle'. E anche se sono 'tutte belle davvero', non è detto che servano. Si, perchè se diventa un lavoro le foto devono essere vendibili, e per essere vendibili devono servire a qualcuno. Specificarlo sembra banale, non lo è. Consiglio di studiare e non smettere mai di farlo, e di esporsi al giudizio di chi lavora nel settore. Consiglio anche di darsi un tempo per capire quanto questa attività ci diverta. Nessuno ci obbliga a fare fotografie. Farlo perchè è come fosse una necessità a cui ci spinge la nostra indole, è ben diverso che voler essere famosi, immaginarsi grandi fotografi, artisti unici o incompresi. Una volta capito quanto e come ci piace fotografare, il passaggio successivo è capire come muoversi in questo mercato.
Soprattutto, divertitevi.

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